Si parla di un aumento di 100 euro mensili per i redditi fino a 28mila euro. Per quelli da 28mila a 40mila euro invece il bonus non finirà direttamente in busta paga ma sarà trasformato in detrazione fiscale.
Bisognerà inoltre tener presente che: per i redditi da 28.001 fino a 35mila euro l’importo sarà di 80 euro. Per i redditi da 35.001 fino ai 40mila euro la detrazione andrà a decrescere fino ad azzerarsi con il reddito di 40mila euro.
Altra cosa fondamentale: la detrazione per redditi sopra i 28mila euro ed entro i 40mila sarà valida solo per il corrente anno. Quella per i redditi sotto i 28 mila euro sarà estesa anche al 2021.
Ma cos’è il cuneo fiscale e chi potrà usufruire di questa manna prevista dalla legge di Bilancio del 2020?
Cos’è
Per quanto riguarda la prima domanda, diciamo – semplificando – che viene definito cuneo fiscale il rapporto tra tutte le imposte relative al lavoro e il costo complessivo di esso.
Ovviamente più elevato è il cuneo fiscale e meno retribuzione avranno i lavoratori, mentre il datore di lavoro avrà più imposte da pagare per servirsi di quel determinato lavoro. E’ facile intuire, dunque, come la riduzione delle tasse in tema di lavoro sia un tassello importante per la ripartenza dell’economia, soprattutto in un periodo come questo.
A chi spetta
Alla seconda domanda va fatta una premessa: col taglio del cuneo fiscale sparirà il cosiddetto Bonus Renzi (i famosi 80 euro), e a beneficiare del provvedimento, che consentirà di avere di più in busta paga, saranno prima di tutto i lavoratori dipendenti delle fasce reddituali più basse. Dovrebbe rientrare nel beneficio anche il lavoro a domicilio quando ricompreso a pieno titolo nella fattispecie del lavoro dipendente.
Chi resta fuori
A chi non spetta invece l’aumento? In linea di massima diciamo che sono fuori dagli effetti positivi i redditi superiori a 40mila euro. Inoltre non godranno delle disposizioni in merito (stando al Decreto Legge 03/2020) le pensioni e gli assegni equiparati, e quanto ricevuto al seguito di sentenza di condanna al pagamento di somme di denaro per crediti di lavoro.
Restano fuori anche i redditi da lavoro in cooperative, le borse di studio o di assegno, premio e sussidio. Esclusi inoltre somme e valori in genere, percepiti a qualunque titolo nel periodo d’imposta, da amministratori, sindaci o revisori di società, associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica, per collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili, o partecipazione a collegi e commissioni.
Stessa cosa per i redditi da rapporti di collaborazione che riguardano prestazioni di attività svolte senza vincolo di subordinazione “a favore di un determinato soggetto nel quadro di un rapporto unitario e continuativo senza impiego di mezzi organizzati e con retribuzione periodica prestabilita, le remunerazioni dei sacerdoti e forme di previdenza per l’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio pubblico”.
Chi ci guadagnerà di più
Stando alle previsioni dovrebbero essere 16 milioni i dipendenti interessati dalla misura, ovvero quelli ricompresi nella fascia di reddito tra gli 8.175 euro e i 40mla euro. Ovviamente i lavoratori con reddito sotto gli 8.175 euro rientrano nell’orbita della no tax area.
Inutile sottolineare che per alcuni lavoratori dipendenti il beneficio reale sarà minimo, perché occorrerà ovviamente sottrarre gli 80 euro del bonus precedente. A guadagnare di più sarà la fascia dei redditi tra 26.601 euro e 28mila euro, i lavoratori cioè che negli anni scorsi non hanno fruito dello sconto Irpef ed ora potranno godere di un taglio di 100 euro.
Da Ansa e Tiscali Notizie
Salvo Vaccaro
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