Il 30 ottobre al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania una partecipata assemblea dei lavoratori del PO Rodolico ha affrontato la problematica dei parcheggi alla luce dell’ Ordinanza del Direttore Generale che, per motivi di viabilità per il nuovo pronto soccorso, ha dovuto rimodulare gli accessi al Presidio Rodolico di Via Santa Sofia.
Gravi i disagi soprattutto per gli infermieri che si sono visti togliere in 24 ore circa 130 posti per parcheggiare.
Le ultime normative contrattuali impongono infatti a questi ultimi di montare in turno in reparto quando ancora il collega del turno precedente non ha smontato con una sovrapposizione di 15 minuti per lo scambio delle consegne. La conseguenza è che arrivando si trovano i parcheggi ancora occupati dalle auto dei colleghi ancora in servizio.
Ma il senso del dovere e lo spirito di servizio non è mai venuto meno. Si sono avanzate richieste alla Direzione Generale ma nessun professionista ha mai in alcuna maniera minacciato forme di ritorsione a danno dell’attività assistenziale ai pazienti .
Infatti anche in caso di estrema protesta che potrebbe scaturire in uno sciopero, i contingenti minimi dei reparti verrebbero assicurati.
Purtroppo oggi assistiamo alla comparsa di uno documento, a firma di una rappresentanza di Medici specializzandi del Rodolico, con il quale si informa la Direzione Generale che non si potrà garantire “il regolare svolgimento delle attività assistenziali” se non verrà concesso loro il parcheggio all’ interno del presidio ospedaliero.
Eppure la Direzione ha riservato loro abbondanti POSTI GRATUITI presso il nuovo e moderno parcheggio di via S. Zenone CON TANTO DI NAVETTA a disposizione.
Stringe il cuore vedere giovani medici (pochi per fortuna), che da poco hanno prestato il giuramento di Ippocrate, già pronti a puntare i piedi per il parcheggio riservato.
Addirittura in alcuni passaggi di questo documento “bacchettano” il Direttore Generale accusandolo di “non dare esempio virtuoso” di condotta.
Un ardire questo che però scaturisce in una caduta di stile che riteniamo non condivisa dalla grande maggioranza di quei bravi medici in formazione che questo documento non lo hanno firmato e, se anche lo avessero fatto, probabilmente non avevano la piena consapevolezza dei contenuti.
Anche perchè questi giovani professionisti forse non si rendono conto che, non essendo sindacalisti, non possono godere di quel margine di manovra nell’ esprimere concetti così estremi ed essere al tempo stesso esenti dal pericolo di eventuali conseguenze di natura disciplinare.
Anche alla luce del fatto che gli stessi chiudono la loro lettera preannunziando sequele “nelle diverse sedi di confronto pubblico con i media“.
Siamo certi che la Direzione Generale sarà ferma nelle decisioni adottate tenendo fede agli accordi presi con tutte le categorie dei lavoratori.
Un triste paragrafo, si spera chiuso, della storia della formazione medica a Catania.
Marco Di Bartolo
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