Riceviamo e pubblichiamo con piacere, la lettera di una nostra iscritta. Una riflessione che ci inorgoglisce in quanto ripercorre lo stato d’animo che l’ha portata dalla diffidenza alla consapevolezza, rispetto al significato di appartenenza e alla condivisione di valori irrinunciabili che ogni infermiere dovrebbe anteporre, rispetto a coloro che dicono di rappresentarli. Buona lettura.
“Premetto che ero un’infermiera che non condivideva il sindacato, avevo l’arroganza dell’ignoranza. Poi col tempo ho conosciuto dei ragazzi/amici/colleghi che si occupavano dei nostri diritti e delle nostre difficoltà, ma non avevano voce. Sono stati dei veri e propri pionieri del prendersi cura, del rappresentare e nel dare voce alla Professione.
Mi sono fatta trasportare prima dalla curiosità di conoscere questi “folli” che si prendevano la briga di rappresentare gli Infermieri (uhhhh) cose da non credere !!! Prendevano tante porte in faccia e risatine dietro le spalle (sport nazionale dell’ignoranza arrogante e saccente).
Per onestà devo dire che mi piacquero e anche molto, e rimanendo però sempre guardinga li osservavo. Con il trascorrere del tempo però ho imparato che, combattere per gli altri è anche una forma di sano egoismo, mi spiego meglio: se combatti per quelli che fanno il tuo stesso lavoro, stai combattendo anche per te, quindi ti sforzi per combattere bene, soprattutto cerchi di combattere in maniera totale, non ti risparmi, anzi, dai di più anche di ciò che possiedi, ovvero, offri la cosa più preziosa alla causa: il tuo tempo libero.
La cosa fantastica poi, è stata quando ho capito, quando ho avuto la consapevolezza che questo tempo libero usato per me, era per garantire di svolgere la professione con la dignità e la qualità che occorre. Da lì nacque la mia profonda relazione affettiva verso quei “folli” che si occupavano della professione.
Potrei dire tante cose, potrei elargire complimenti e scrivere di ognuno di loro in maniera eccelsa, ma scelgo di non farlo perché farei torto ad ognuno di loro che ha impiegato il proprio tempo anche per me. Dico invece, che oggi con la consapevolezza che il tempo aiuta ad avere, con la conoscenza che ho acquisito da ognuno di loro, con la profonda gratitudine che mi lega, esprimo il mio ringraziamento verso questi colleghi che rappresentano altri colleghi (che a volte sono un po’ come me tanti anni fa), questi colleghi sono persone che non si tirano mai indietro quando c’è da fare battaglie anche fosse per uno solo di noi !!!
Ecco, è per questo esprimo la gratitudine e rispetto per coloro che mi hanno fatto scoprire il senso di appartenenza, un Noi che abbraccia, ascolta e lotta per tutti Noi, per tutti gli infermieri”.
G.C.
Emilio Benincasa
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