Riceviamo e pubblichiamo il racconto di un collega.
Il piacere di essere un uditore…e le sue sorprese
Oggi, alla riunione RSU della mia Azienda era previsto si parlasse di P.E.O. (Progressione Economica Orizzontale). Considerato che sono vicino alla pensione, l’argomento odierno per me rivestiva un duplice significato, da un lato personale e dall’altro visto l’interesse collettivo anche per la mia attività sindacale.
Di buon mattino, all’orario previsto mi reco nel luogo designato per la riunione. Ero speranzoso di poter assistere ad una discussione che potesse sancire e permettere l’agognato passaggio di fascia a quei lavoratori in possesso dei requisiti. Insomma, ad una matura e ragionata riunione sindacale sull’argomento, dato che l’ultimo passaggio di fascia risale a cinque anni or sono.
Con mia sorpresa la riunione inizia con i migliori auspici. Sia il Presidente che autorevoli esponenti delle sigle sindacali di maggioranza si schierano uniti sin da subito, urlando in coro il loro cavallo di battaglia “Oggi da qui non si esce se non si dà a tutti la fascia in due anni”, subito accolto con grande entusiasmo e condiviso da tutta l’assemblea. Alle mie orecchie furono come udire note melodiose, per un lavoratore che attende con ansia.
Inizia il dibattito e dal Presidente proviene la seguente proposta: accordo con l’Azienda per una graduatoria di due anni, passaggio del 50% al 01/01/21 e del restante 50% al 01/01/22. Tale proposta sembra raccogliere da subito ampia adesione, ma sorge un problema. Per potersi realizzare a pieno quanto proposto si prospetta che il prossimo anno, il fondo che serve a pagare la produttività annuale verrebbe intaccato.
Dopo una iniziale concordia da parte delle altre OO.SS. presenti, il NurSind che chiede la realistica previsione di quantificare il presunto sforamento. A questo punto, volano cifre, percentuali e dati a dir poco incerti. Mi chiedo, è così difficile sapere quanti lavoratori andranno in pensione per raggiunti limiti di età e di conseguenza ipotizzare una parte di ricostituzione del fondo. Credo che i Delegati NurSind, hanno giustamente chiesto di avere maggiore chiarezza sui fondi. Ciò permetterebbe in un’assemblea dedicata (proposta anche da altra sigla sindacale) di spiegare ai lavoratori l’eventuale decisione di accedere alle somme da altri fondi al fine di garantire la PEO a tutti gli aventi diritto.
Certo, da spettatore, mi sarei aspettato che le forze sindacali proponenti questo accordo lo avessero sostenuto a spada tratta, nella piena convinzione del loro ruolo di tutela e garanzia per i lavoratori ma ecco la sorpresa: il Presidente dice che dato che NurSind vuole più chiarezza sui conti le proposte diventano due, la prima di proporre all’Amministrazione di procedere a stilare una graduatoria biennale aventi come parametri l’Anzianità di servizio nel SSN e il punteggio dell’ultima performance; la seconda quella precedentemente illustrata.
Di getto, mi sembra una grande idea. Proporre la votazione per forzare tutta la RSU a votare in modo che, pur mettendo a rischio di perdere qualcosa sulla produttività, tutti percepiscano la fascia come da proposta iniziale. Subito dopo però, si materializza il fatto che l’obiettivo era un altro. Ecco apparire l’elemento sorpresa. Un delegato sindacale che si materializza a fine riunione e propone di restringere l’anzianità al periodo aziendale, dimenticando che nel pubblico impiego il trasferimento per mobilità non comporta novazione del rapporto di lavoro.
Risultato, la riunione termina con una grande e geniale proposta vincente, ossia, la formazione di una graduatoria che come anzianità avrà solo quella aziendale, durerà due anni e erogherà, come da indicazioni Ministeriali, la fascia al 01/01/21 al primo 50% della graduatoria e dal 01/01/22 al 50% della parte rimanente della graduatoria, cioè il 25% del totale lasciando fuori un quarto del personale.
Dunque, gli amici degli amici sono garantiti, l’Amministrazione soddisfatta…al Cannizzaro di Catania accade anche questo.
Ugo Menghi – Infermiere
Emilio Benincasa
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