Premesso che, in generale, quella dei concorsi pubblici nel nostro Paese, rappresenti un unicum nel panorama europeo, di fatto la storia insegna che spesso tali procedure in Italia, sono da sempre state caratterizzate da storture, poca limpidezza e mortificazione della meritocrazia, e il ricorso ai vari TAR e Consigli di Stato, sia stata e per certi versi continua ad essere la via preferenziale per porre fine a ingiustizie e illegittimità di vario tipo.
Se volessimo paragonare i concorsi pubblici alle sfilate di moda, sicuramente in terra di Sicilia sono all’opera tra i migliori sarti del Paese, capaci di cucire addosso un concorso come fosse un capo di alta moda prêt-à-porter, con le uniche regole della propria maison.
Qualche giorno addietro, abbiamo letto e accolto favorevolmente, che il Coordinamento siciliano delle professioni infermieristiche ha inviato una nota di contestazione all’ASP 3 di Catania. circa la violazione delle norme concorsuali per la nomina dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie di riferimento.
Crediamo però, sia utile aprire una riflessione sulle capacità di controllo e tutela, che tale Coordinamento dovrebbe esercitare, allorquando, vengono banditi dalle Aziende sanitarie isolane le selezioni concorsuali, che interessano le professioni sanitarie. Non comprendiamo ad esempio, perchè in tante altre occasioni dove la poca trasparenza ha caratterizzato in tutte le sue fasi i bandi di selezione pubblica, nessuna posizione critica è stata assunta dal Coordinamento OPI siciliano.
Noi crediamo, che un Ente sussidiario dello Stato qual’è l’OPI, non debba porre la giusta attenzione in maniera incostante nell’ambito delle selezioni concorsuali pubbliche, ma bensì dovrebbe essere capace di denunciare sempre tutte le violazioni che si riscontrano rispetto alle ultime Linee Guida emanate dal Ministro per la semplificazione e della Pubblica Amministrazione (Direttiva n°3 del 24 aprile 2018 ).
Conseguentemente, gli OPI dovrebbero vigilare e garantire che le procedure concorsuali, riconducibili al proprio ambito, siano bandite correttamente in tutte le fasi, dalla scelta della procedura selettiva, all’organizzazione della stessa, dai requisiti dei titoli di ammissione, passando per le prove e le commissioni fino alla formazione delle graduatorie, tutto, tenendo bene a mente che non esiste una procedura standard per il reclutamento di qualunque professionalità.
Come NurSind, su esplicito mandato degli interessati iscritti, in tante occasioni, abbiamo denunciato e continuiamo a farlo in maniera costante, irregolarità di ogni tipo che
imperversano nei pubblici concorsi. Ebbene, considerato che l’iscrizione agli ordini professionali è obbligatoria auspichiamo che gli stessi si sentano obbligati a vigilare sulla correttezza dei bandi a cui partecipano gli iscritti all’Ordine di appartenenza.
Insomma, al consueto malcostume dei concorsi e delle selezioni pubbliche cuciti su misura, serve da parte degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, una risposta istituzionale, costante e attenta, e non di tipo occasionale, che rilevi per tempo le procedure anomale a garanzia e tutela degli iscritti.
Emilio Benincasa
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