Partiamo da una certezza: L’Ordine Degli Infermieri (O.P.I.) è un ente PUBBLICO.
Dopo l’approvazione del Consiglio Nazionale della F.N.O.P.I. di aumentare di 3 euro la quota di iscrizione degli Infermieri, gli Ordini Provinciali di tutta Italia, hanno deliberato l’aumento in piena autonomia, motivandone più o meno le ragioni.
In verità del principio di sussidiarietà statale che, la F.N.O.P.I. ha acquisito dopo la riforma, ossia, quello svolgere compiti amministrativi in luogo e per conto dello Stato, crediamo, valga la pena snocciolare la questione.
Quando si parla di aumentare le tasse in un Paese che, sta attraversando un lungo periodo critico, ed esige trasparenza, sobrietà, risparmio, soprattutto nella gestione di un ente pubblico non economico con funzione sussidiaria allo Stato, bisogna che tale aumento sia supportato da azioni esterne ed interne concrete, al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio.
Noi conosciamo bene la ex I.P.A.S.V.I., per questo motivo riteniamo che l’aumento di 10 euro deliberato dall’ O.P.I. di Catania, non abbia ragione di esistere e non soddisfa le superiori ragioni, in quanto le azioni poste in essere non giustificano nessun aumento. Azioni che, rispecchiano una logica meramente contabile e non alzano nessuna asticella qualitativa dell’Ordine stesso.
Dicevamo, conosciamo bene la ex I.P.A.S.V.I., in quanto nella precedente compagine vi erano alcuni consiglieri del NurSind, che hanno dimostrato e realizzato risparmi sui gettoni di presenza. Ricordiamo che in precedenza, il gettone di presenza arrivava a essere tra presenza e rimborso di 200 euro a seduta (2 – 3 ore circa). Inoltre mi pare assurdo aver saputo che ogni consigliere percepisse 200 euro per ogni relazione, quindi l’ I.P.A.S.V.I. catania pagava per le ogni ora di corso 400 euro!! (manco si parlasse di guru della formazione). Quindi è chiaro anche a più piccini che le risorse per pagare i 3 euro l’anno alla F.N.O.P.I. potevano tranquillamente essere recuperate dal bilancio e non certo dall’aumento della tassa.
Quindi, in tema di corsi e.c.m., i cui costi di realizzazione si potrebbero ampiamente ridurre, sia di per sé un’offesa verso quei colleghi che lavorano a 7 euro l’ora. Perché vedete, ed è mia opinione personale, che un componente O.P.I. debba onorarsi di far parte di esso anche in ASSENZA di remunerazione non con lauti compensi per un’attività mediocre di formazione.
Per concludere, potrete essere voi stessi, colleghi iscritti nei rispettivi Ordini, a verificare se tali aumenti risultino giustificabili, essendo i bilanci pubblicati su AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE sul sito istituzionale e trarne le dovute conclusioni, e forse, al prossimo appuntamento elettorale, sceglierete meglio i costruttori della vostra casa, trasparente e accogliente, anche perché l’ordine, essendo ente pubblico non dovrebbe avere gestioni privatistiche ma essere al servizio di tutti.
Emilio Benincasa
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