E si cari colleghi, cosa c’è di male a dire la propria? Dipende direi io… dipende. Dipende perché a volte mi viene difficile rassegnarmi ai comportamenti e agli scritti di organi istituzionali che a un certo punto della loro esistenza scoprono l’evidente. Ed è come una folgorazione che accade, quelle rare volte che il mostro dormiente, svegliandosi dal letargo, scopre che la professione infermieristica è in enorme difficoltà. Capisco benissimo che l’impegno per la formazione raggiunge così elevati livelli di stress che risulta impossibile districarsi tra le folte problematiche di colleghi più sfortunati che hanno un lavoro precario, spesso a Partita IVA e financo mentre gli vengono negati i più elementari diritti.
L’impegno per la professione all’OPI Catania è costantemente in fermento. Non è facile continuare a trovare continuamente argomenti di interesse professionale che permettano ai molti iscritti ai corsi, (un po’ meno ai presenti) di rendere gradevole, costruttiva e istruttiva la discussione e la crescita professionale.
Poi certo ci sono i reali problemi degli infermieri, quelli a partita IVA, quelli senza diritti e senza contratto, che lavorano nelle strutture pubbliche e private del servizio sanitario regionale e che sono semischiavi. Ah quelli…; si, quelli che se ci parli scopri che a volte fanno anche il supporto al personale di supporto, che lavorano per 6/7 euro lorde l’ora perché purtroppo(Sic!) non si trova nulla, quelli della notte, non perché si divertono ma perché costano meno per il datore di lavoro.
Anche quelli che il festivo meglio farli lavorare perché tanto non possono rifiutare o quelli che li puoi fare lavorare anche ventiquattro ore consecutive al prezzo di 12; quelli si… proprio quelli. Quelli sono i nostri colleghi, giovani di talento a cui stiamo permettendo che rubino il futuro senza muovere un dito. A quei giovani va tutta la mia solidarietà poiché sono stati privati pure della possibilità di avere un sindacato che li possa tutelare visto che l’ordine(di Catania) è latitante.
All’IPASVI Catania (IPASVI non è un errore) dico che ha perso una buona occasione per stare in silenzio, come ha fatto in tutti questi anni mentre si faceva scempio, a Catania come in Sicilia, della professione infermieristica; mentre la libera professione prendeva piede nel senso più negativo dell’evoluzione. La difesa degli infermieri fino ad ora si ferma ad un post su Facebook. Un semplice post…
Mi verrebbe da pensare uno slogan: “L’OPI Catania… un post bellissimo da vivere”, impossibile andare oltre.
Noi continuiamo con le nostre battaglie, liberi come siamo sempre stati, poiché la libertà è l’unico carico che ti permette di mantenere sempre la schiena dritta.
Salvo Vaccaro – Infermiere
Salvo Vaccaro
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