Di maria Luisa Asta
Il riscatto di Laurea consiste nel convertire gli anni trascorsi all’università in anni utili per l’anzianità contributiva che, sommati a quelli di lavoro permettono di andare in pensione prima.
Il riscatto si riferisce agli anni accademici in cui si è effettivamente svolto il corso legale di laurea, con esclusione degli anni durante i quali, l’interessato è rimasto “fuori corso”.
Può essere richiesto anche con riferimento ai singoli anni di corso di laurea. Per poter avanzare la domanda di riscatto è necessario, aver effettivamente conseguito il titolo quinquennale o triennale. Possono essere riscattati i diplomi universitari(corso non inferiore a due anni e non superiore a tre); i diplomi di laurea (corsi di laurea non inferiori a quattro anni e non superiore a sei); i diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla laurea; i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche norme di legge.
Non è possibile ottenere il riscatto se durante gli studi universitari è stata svolta un’attività lavorativa, e si è stati quindi già assicurati.
Sono molti ad interrogarsi sulla opportunità di affrontare o meno questo esborso, poichè mentre è facile calcolare i costi è altrettanto meno facile carpirne i benefici.
Cerchiamo quindi di fare chiarezza su costi e benefici e su come presentare la domanda.
La domanda può essere presentata in qualsiasi momento, non è soggetta ad alcun termine.
Il cittadino dopo aver ottenuto il Codice Pin dal’ Inps, con specifica procedura telematica, può accedere alla sezione Blu dei servizi on line attraverso il seguente percorso:
www.inps.it >per tipologia di utente>cittadino>riscatto di laurea.
Il pagamento si può effetuare con appositi bollettini Mav, in qualsiasi sportello bancario senza costi aggiuntivi ed in tutti gli uffici postali, pagando la commissione.
I costi ( legge 247/07)
Come da legge 247/07, per chi si è laureato dopo il 1°gennaio 1996, il calcolo per stabilire l’importo del riscatto è :
33% del reddito lordo degli ultimi 12mesi x gli anni da riscattare
Per chi si è laureato prima del 1°gennaio 1996, il calcolo del riscatto della laurea è quantificato tramite particolari tabelle che tengono conto dell’ età, sesso, posizione assicurativa e retributiva e la durata dei periodi da riscattare.
Nella prima casisitica e quindi i laureati dopo il 1°gennaio 1996, rientrano anche i neolaureati inoccupati: il riscatto può essere effettuato anche da soggetti non iscritti ad alcuna forma di previdenza che non abbiano iniziato l’attività lavorativa. In assenza di retribuzione, l’onere del riscatto è costituito dal versamento di un contributo, pari al livello minimo imponibile annuo di un commerciante(€ 15.516 al 2014) moltiplicato per il 33% aliquota del lavoratore dipedente.
L’onere del riscatto è fiscalmente deducibile ai fini Irpef dal redditto dell’interessato, nella misura del 19%, nel caso che l’interessato non abbia reddito, l’onere è detraibile dall’imposta dei soggetti di cui risulta fiscalmente a carico.
Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o rateizzato in 10 anni senza interessi, chiedendo l’addebito diretto su conto bancario o postale con modello Rid.
I Benefici
Tra i benefici annoverati ci sono:
– Andare in pensione prima;
– Avere una pensione più elevata.
Prendendo come indicatore per valutare se conviene o meno riscattare la laurea, il rapporto tra la pensione e l’ultimo reddito percepito, vediamo come questa relazione possa incrementarsi tra il 5% ed il 10% riscattando una laurea triennale o quinquennale.
Per essere concreti queste variazioni si riflettono in cifre di €100/200 in più al mese sulla pensione.
Per i giovani che hanno da poco terminato gli studi, conviene riscattarla subito, poichè costa meno,anche se d’altro canto, essendo i contributi calcolati su un reddito meno elevato, avranno una incidenza minore sull’incremento della pensione stessa.
Due ulteriori vantaggi sono dati dal fatto che i contributi versati per il riscatto della laurea sono deducibili dalle tasse e che nel corso degli anni il contributo che rimane fisso si svaluta a causa dell’aumento del costo del denaro.
Stabilito che conviene riscattare la laurea, bisognerà valutare la convenienza anche rapportando i guadagni ad alcune forme di risparmio, quali i fondi pensione.
Salvo Vaccaro
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