Il 26 marzo c.a. ennesima storia di violenza, notizia che arrivava dal nosocomio di Acireale (CT). La violenza fisica e verbale ai danni di un’infermiera del P.S. ci lasciò interdetti, perché l’aggressore era un medico della stessa U.O (vedi articolo del 20 aprile).
Immediata fu la reazione del NurSind.
Attraverso una nota chiese l’intervento tempestivo al Sig. Direttore Generale. La violenza sotto ogni forma è sempre ingiustificabile. Ogni giorno sentiamo parlare del problema delle aggressioni agli operatori sanitari, sempre più spesso quelle che riguardano i pronto soccorso, ma per fortuna raramente sentiamo parlare di violenza tra gli stessi sanitari.
Una storia di ordinaria follia?
Non sembra che il medico in questione sia nuovo a questo tipo di comportamento. Allora la preoccupazione aumenta, non può e non deve passare un messaggio errato. Non può e non deve giustificarsi minimamente un episodio tanto grave quanto le conseguenze subite dalla collega. I danni fisici refertati dallo stesso P.S. non sono la sola offesa subita. Provate a immaginare come deve essere, per la malcapitata collega, rientrare in servizio con la preoccupazione di difendersi, non solo dalle aggressioni di eventuali folli esterni, ma anche da quelli interni. Deve essere devastante la sensazione di non avere una porta da chiudere in caso di violenza. Non sapresti se chiuderti nel nosocomio o fuori di esso.
La gravità dell’episodio non deve essere minimizzata. Già è gravissimo parlare di ordinaria follia, non permettiamo che diventi solo “ordinaria”. È stata una violenza gratuita, ingiustificata e che non lascia spazio a nessuna replica.
Ringrazio la collega che avuto il coraggio e la dignità di denunciare l’accaduto. Il suo gesto è si ovvio, ma forse per qualcuno potrebbe sembrare eroico. Dico questo al fine di chiarire che la violenza, anche verbale, va frenata. Smettiamola di credere che sia accettabile, ricordiamoci tutti di sforzarci al “rispetto”. Una parola tanto diffusa, ma tanto abusata; se ne parla spesso ma si applica poco
L’unico sviluppo positivo di questa vicenda è la posizione presa dall’Azienda. Il consiglio di disciplina, considerate le ragioni rappresentate dal medico in sua difesa, ritiene che lo stesso non abbia avuto una condotta uniformata a principi di correttezza e di collaborazione nelle relazioni interpersonali, all’interno dell’Azienda con gli altri dirigenti e con gli addetti alla struttura. Di fatto non si è astenuto da comportamenti lesivi della dignità della persona. Per questo motivo il medico è stato sospeso dal servizio per 10 giorni con trascrizione nel fascicolo personale della sanzione.
Questo non ripaga la collega del danno subito, ma sicuramente sa di avere una porta che può difenderla in futuro, quella della direzione aziendale. Speriamo non serva più a nessuno.
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