Il Papa, incontrando nell’Aula Nervi dirigenti e operatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, prima di iniziare il suo dialogo con i piccoli malati accompagnati dalle famiglie, ha affermato, rivolto agli infermieri:
“Sono vicini alle sofferenze, capiscono le sofferenze e sanno come gestirle e come accompagnare con tenerezza: proprio per la loro vicinanza all’ammalato, gli infermieri sono quelli che capiscono meglio il percorso della malattia.
Voi avete il fiuto della malattia. Non sparlo contro i medici, sono bravi, ma le infermiere e gli infermieri, per la loro vicinanza col malato, hanno una qualità speciale per accompagnare e anche per guarire”
Per questo li ringrazio tanto!”.
Queste frasi rivolte agli infermieri sono il giusto riconoscimento per una professione spesso vituperata e bistrattata dall’opinione pubblica e dai mass-media, perché fa più notizia…. invece le parole di Francesco colpiscono per la grandezza dei sentimenti e dall’umiltà Disarmante. Dobbiamo essere sempre fieri del nostro lavoro perché esso è fonte di cura e del prendersi cura.
Il Santo Padre ha poi raccontato anche una sua personale esperienza avuta con gli ospedali e con gli Infermieri:
“A 21 anni ho avuto una polmonite gravissima, non si sapeva cosa fosse, pensavano un’influenza ma c’era tanta febbre. Così mi hanno portato in ospedale e mi hanno tolto tanto liquido dai polmoni. Il dottore ha detto, non mi ricordo bene la cifra: un milione di pennicillina e 500mila di streptomicina, allora c’erano quelle cose, e se n’è andato. E la suora ha detto all’altra infermiera: tre milioni e un milione, perché aveva il fiuto della situazione”.
Ed io come Infermiere oggi mi sento di ringraziare tutti i colleghi che ogni giorno operano con professionalità ed abnegazione e il Santo Padre per questo bellissimo riconoscimento.