Al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, come in tutte le aziende ospedaliere, gli infermieri possono svolgere attività retribuita, al di fuori dell’orario di lavoro istituzionale, di supporto all’attività libero professionale intramoenia (ALPI).
L’ALPI è disciplinata da un regolamento che fino a pochi anni fa prevedeva un Organismo Paritetico composta da componenti sia delle organizzazioni sindacali dei medici che del personale del comparto. Era prevista infatti la presenza di due componenti designati dalla RSU.
Sarebbero dovuti essere loro a rappresentarci in questo comitato che dovrebbe avere le “funzioni di promozione, verifica e controllo” di tutta l’attività ALPI.
Ma nel 2015 al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, poco prima delle nuove elezioni RSU, forse per il timore che eventuali nomine “scomode” di nuovi membri del comitato paritetico avrebbero potuto “turbare” il normale andamento dell’attività ALPI, l’amministrazione improvvisamente ed unilateralmente modificò il regolamento eliminando la presenza di questi due componenti.
Quando con vibrante nota di protesta ( prot1522-alpi) il NurSind chiese spiegazioni al Direttore Generale, che spesso decanta le lodi della trasparenza della sua gestione, la laconica risposta fu che l’esclusione dal tavolo paritetico dell’alpi dei due componenti del comparto RSU “e stata effettuata sulla base di esplicita richiesta delle Organizzazioni Sindacali della Dirigenza Medica.”( alpi-risposta-dr-cantaro)
Un ennesimo segnale, se mai ce ne volessero ancora altri, che da la misura della scarsa considerazione che questa Amministrazione ha per il personale di comparto ed in particolare per gli infermieri.
Poco conta il fatto che la disposizione fù, a nostro parere, illegittima in netto contrasto con i dettami dell’ accordo Stato Regioni del 18 novembre 2010 che prevede che le commissioni paritetiche debbano essere costitute con le OOSS rappresentative e pertanto anche quello del comparto.
Eppure qualche giorno fa, a sorpresa, nelle stanze dei bottoni ci si ricorda del personale del comparto. Giunge infatti una anomala quanto “misteriosa” richiesta da parte dell’ Amministrazione di “avallo” dal parte della RSU di pagamento di un non meglio specificato “importo residuo” della gestione ALPI che però, badate bene, è destinato solo al personale amministrativo.
Ma come ?!?
Due anni prima sprezzante l’Amministrazione ci esclude dall’Organismo Paritetico ed adesso, con sfacciataggine bronzea, ci chiede il permesso per pagare quote delle quali non si degna neanche di fornirci una benché minima informazione?
E se poche settimane prima ci era sembrato troppo bello assistere ad un piccolo scatto di orgoglio della RSU che, se pur a risicata maggioranza, aveva negato al Direttore Generale un ulteriore prelievo di circa Centomila euro dalla produttività del personale per pagare nuovi progetti di “rilevanza strategica” (l’8% già ottenuto non gli era bastato) , stavolta invece a larga maggioranza tale pagamento è stato subito autorizzato.
La nostra impressione è che ciò che non si è riusciti a far entrare dalla porta lo si è fatto entrare dalla finestra. Un altro bel colpo messo a segno dal Dott. Cantaro, abile manager che quando chiede quasi sempre ottiene.
Gli RSU del NurSind come al solito a fare la parte dei cattivi “che dicono sempre no!”.
Ma gli RSU del NurSind non sono contrari per partito preso al pagamento di quote ai lavoratori.
Più semplicemente pretendono informazioni dettagliate sugli emolumenti che vanno erogati.
Abbiamo già chiesto in passato, senza molte speranze, al Direttore Generale di reinserire i due componenti della RSU nella commissione paritetica dell’ ALPI, ma probabilmente la pressione dei sindacati dei medici è troppo forte.
A questo punto tutti gli infermieri che svolgono attività Intramoenia dovrebbero riflettere in merito all’opportunità o meno di continuare a mortificare la propria professionalità mettendosi a disposizione, nel tempo libero, per l’attività ALPI a cifre oggi ridicole con l’unico risultato di far guadagnare un ristretto gruppo di medici ed amministrativi.
Se i colleghi infermieri hanno ore da dedicare lo facciano nei reparti con le attività istituzionali. Ne sortirebbe un vantaggio per i pazienti “non paganti” ed un beneficio per la collettività.
AGGIORNAMENTO DEL 01/12/2016
Alla fine poi è avvenuto.
Con due belle delibere di fine novembre si è provveduto a pagare le quote di supporto indiretto al personale amministrativo… cifre che per alcuni “fortunati” superano i 4000 euro…. e ancora alcuni infermieri ad autocalpestarsi dignità e professionalità prestando servizio in intramoenia per compensi paragonabili ad elemosina con il bene placido della quasi totalità degli RSU.
Marco Di Bartolo
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